Jamil e la nuvola

16,00

COD: 978-88-99268-14-5 Categoria:

«Una paura bianca è diversa da una paura nera. Dalla paura nera si scappa. Dalla paura bianca no: la paura bianca si attraversa. Si può fare, quando si hanno un dromedario e un amico.»

Ambientato in Egitto nelle terre della Mezzaluna, questo romanzo per ragazzi trae spunto da avvenimenti reali e quanto mai attuali in un’epoca dove ancora la povertà degli innocenti è al servizio di un potere che genera ricchezza. Jamil ci racconta la sua storia, tra le onde di un mare di sabbia, di tappeti, geni e cani volanti, di lune che sorridono, di gelsomini notturni e di amici segreti. Perché solo con la forza di un mondo rivelato da parole semplici, un bambino schiavo – costretto a sopportare una fatica ingiusta – può ottenere le ali della libertà.

Illustrazione in copertina: Gianni De Conno.

ebook jamil

bollino

I diritti d’Autore del libro e parte del ricavato dell’Editore saranno devoluti in beneficenza e contribuiranno all’adozione a distanza di un bambino egiziano.

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JAMIL e la nuvola

L’autrice a proposito di Jamil

Una storia sa come costruirsi in tanti modi. Ci sono le storie organizzate a tavolino fedeli alle richieste e alle aspettative dell’audience editoriale. Storie perfette nella loro falsa necessità. Questa di Jamil e la nuvola, appartiene alla magia delle storie udite nell’anima. La penna che le raccoglie non fa che trascriverle con scrupolo fedele e autentico bisogno, affidando alla pagina un respiro vero.

Mi capitò qualche tempo fa di sfogliare il Magazine del “Corriere della Sera” del 5 settembre del 2008. In quel giornale c’era un servizio dedicato ai bambini egiziani “schiavi del cotone”: piccoli cuori costretti a turni di lavoro estenuanti sotto il sole cocente delle oasi della Mezzaluna. Su quelle pagine ho incontrato il volto sporco di un bambino con una mosca posata come lacrima vicino a due occhi grandi e spauriti. Quegli occhi tenevano tra le mani ferite una piccola “nuvola” di cotone. A quegli occhi ho pensato di dare il nome di Jamil.

Credo fermamente nel potere della scrittura. La scrittura è Verbo creativo, scrigno prezioso di rivelazioni. Un Verbo che rappresenta un’opportunità di conoscenza interiore offerta in privato nell’atto della lettura. La conoscenza scaturisce dalla solitudine e dalla riflessione, dall’attenzione e dal silenzio. Una dimensione sempre più difficile da proporre all’uomo del secondo millennio e, impresa ben più triste, da far capire ai ragazzi figli del consumismo e dell’apparenza.

La scrittura di Jamil giova a dare la voce a un bambino che i genitori, nella crudeltà della disperazione, vogliono far diventare “un uomo”. Un bambino costretto da un destino geografico avverso a vivere in quella parte di mondo dove ancora oggi, giorno dopo giorno, un piccolo essere impara a sopportare sulle proprie spalle l’esperienza del dolore e della fatica.

Il dolore rappresenta il più grande mistero della condizione umana. È un tema che ho incontrato altre volte nel corso della mia scrittura. Il dolore è il punto di sutura più intimo tra la vita e l’interiorità dell’arte. Indagare tra le sue ragioni serve a sopportarne il giogo. Le soluzioni a disposizione possono essere varie: il sorriso, la fede, la bontà, la fantasia.

Quest’ultima è l’arma utilizzata da Jamil per difendere se stesso. L’unica possibilità di preservare ad oltranza il valore inviolabile dell’infanzia. Immaginare serve ad annullare il tempo delle ore e a lambire la sponda dell’eterno.

La prosa di Jamil e la nuvola si articola con semplicità ricorrendo a tre livelli fonici di narrazione. Nel primo c’è la voce del bambino che racconta in prima persona la sua storia. Si inserisce quindi il narratore pronto ad offrire in alcune pagine un punto di vista oggettivo sull’ambiente e sui fatti.

L’ultimo livello riguarda l’incantamento prodotto della lingua delle fiabe. La fantasia di Jamil si racconta e costruisce nella pagina una dimensione parallela. A riguardo mi è sembrato lecito considerare l’ingranaggio di peripezie offerto dalla lezione de Le mille e una notte.

Le fiabe contenute nel libro seguono un ritmo e una struttura suggerita dalla fabulazione orale. Trapuntano i capitoli del romanzo producendo delicate sospensioni fantastiche tra la realtà del dolore.

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