Il nuovo libro di Irene Giuffrida

  • testata: "La Sicilia"
  • Data di pubblicazione: 15-09-2018

Il nuovo libro di Irene Giuffrida

Luna, giovane nobile “ricca da fare schifo” e la sua “Lunetta”, un’ombra imperfetta

Luna è l’inquietante protagonista della seconda prova narrativa di Irene Giuffrida, che torna a sorprendere piacevolmente i lettori con una storia forte, dura, di quelle che ti entrano nella carne e nell’anima.

“Sono forse cattiva, cattiva come mia madre. Più di mia madre. Perché ho ucciso. E, come lei, non mento”. Con queste terribili parole, di sapore dostoevskiano, si presenta l’inquietante protagonista della seconda prova narrativa di Irene Giuffrida, (L’altra Luna, Splēn edizioni), che torna a sorprendere piacevolmente i suoi ormai affezionati lettori con una storia forte, dura, di quelle che ti entrano nella carne e nell’anima. È infatti appassionata e atroce la vicenda di Luna, una giovane “nobile e ricca da fare schifo”, che nell’incipit ritroviamo imputata per un terribile crimine alla presenza di una testimone d’eccezione, la Verità. Ma esiste anche un’altra Luna, la sua antagonista, Lunetta, la sua ombra imperfetta: e dove finisce la prima, si chiede subito il lettore, e inizia la seconda? Grazie a una tecnica narrativa consumata, dialogando fecondamente sull’affascinante tema del doppio con altri grandi scrittori (da Dostoevskij a Stephen King, da Calvino a Saramago) l’autrice, con una scrittura volutamente cattiva e tagliente, segue le riflessioni di una donna depressa e del suo doppio chiamata a difendersi in giudizio, che si confessa: odia la madre, che la costringe ad essere tutto ciò che odia essere; ama il padre, essere tutto anima che non ha mai conosciuto, e lo cerca in tutti i suoi uomini, considerati dolci da gustare quasi satanicamente.

La penna della Giuffrida scava così, impietosamente, senza nulla risparmiare, in un incessante dialogo con chi legge: chirurgica e vivisezionante, sferza e commuove, come nelle belle pagine che narrano del dolce rapporto, nato sotto il segno di Nietzsche, tra Luna e Simone, appellati dalla gente la mummia e la checca.

Ne nasce un romanzo dove la tensione narrativa, senza sosta, garantisce sorprese a ogni pagina, nel magico rincorrersi di identità molteplici. Un prisma cangiante è il nostro Io, sembra volerci dire la scrittrice: dunque quale sarà il crimine che Luna, cattiva come e più di sua madre, ha commesso? E perché? Come si addice a un giallo psicologico che si rispetti, il curioso lettore, inseguendo ansiosamente le raggelanti riflessioni della protagonista, lo scoprirà con un brivido, di colpo. Un romanzo così avvincente meritava proprio un bel fulmen in clausula

Silvana La Porta